Domanda
Ho 39 anni. La mia capigliatura già non molto folta di natura, è peggiorata dopo l’estate. I miei capelli cadono, appaiono indeboliti e diradati. Temo la calvizie. Ricorrere alla Carbossiterapia è la soluzione giusta? Esiste anche un’alternativa a questa metodica?
Luisa – Milano
Salute & Benessere: Episodio #1
Risposta
E’ inevitabile che il passaggio di stagione aumenti la quantità di capelli che cadono, soprattutto dopo l’estate quando la chioma è stata messa a dura prova da sole, mare, vento e salsedine. Perdere tra i 30 e i 60 capelli al giorno rientra nella fase normale di ricambio, ma se si superano i 100 è bene correre ai ripari. L’Alopecia (nome scientifico della calvizie) non può essere curata con semplici prodotti rinforzanti. Questo problema si sviluppa con l’età: i follicoli producono capelli sempre più sottili e invisibili, che si riducono quasi ad una peluria. Perché la calvizie non peggiori è necessaria la diagnosi dello specialista. L’Alopecia può riguardare gli uomini, ma anche le donne. A differenza di “lui”, che vede cominciare a sfoltirsi i capelli a partire dall’attaccatura alle tempie e al centro della testa, “lei” può notare un diradamento diffuso su tutta la parte alta della capigliatura, anche se non arriva quasi mai a una calvizie totale. La Carbossiterapia capillare (efficace per tutti i tipi di Alopecia), è un trattamento mesoterapico non chirurgico che serve a rigenerare i capelli persi oppure sofferenti attraverso infiltrazioni sottocutanee intradermiche di anidride carbonica (CO2). Il trattamento è effettuato nel cuoio capelluto per ossigenare la zona, facilitando il rinnovamento delle cellule ciliate. L’effetto? Un miglioramento generale della qualità dei capelli: la caduta si riduce e la crescita è accelerata. La metodica aiuta anche ad eliminare forfora e seborrea. Una valida alternativa alla Carbossiterapia è la biostimolazione del cuoio capelluto con Polinucleotidi (frazioni di DNA ultra-purificati di origine naturale), iniettabili sotto forma di gel nelle zone diradate. La tecnica favorisce il rinfoltimento dei capelli contribuendo al trofismo del capillizio, cioè a una corretta nutrizione del bulbo e quindi a un suo sano sviluppo determinando un aumento della crescita e una riduzione della perdita di capelli. La frequenza e il numero di sedute di Carbossiterapia oppure di biostimolazione con Polinucleotidi viene stabilita dallo specialista in base alla situazione. Le due metodiche possono agire anche in sinergia con buoni risultati.